Cosa facciamo

Informazione

Il Comitato si propone di diffondere l’informazione sull’inquinamento atmosferico nell’area metropolitana di Torino e sulle misure che possono essere intraprese per affrontare questo problema. Il Comitato raccoglie e mette a disposizione del pubblico articoli, studi, ricerche e resoconti di esperienze italiane ed estere.

Educazione

Il comitato si propone di collaborare con studenti e insegnanti per favorire la conoscenza e lo studio dei fenomeni di inquinamento dell’aria e per sviluppare attività educative a tutti i livelli.

Azione legale

Il Comitato è nato anche a sostegno di un esposto alla magistratura presentato da un cittadino nei confronti delle istituzioni preposte alla tutela della qualità dell’aria a Torino. L’esposto, presentato nell’aprile del 2017, ha dato luogo all’apertura di un fascicolo e a una indagine della magistratura supportata anche dalla perizia di un esperto epidemiologo. L’esposto è basato su una serie di dati e ricerche ampiamente disponibili sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute pubblica a Torino.

Nel 2018 e nel 2019 il Comitato Torino Respira ha presentato, tramite i suoi legali, ulteriori memorie di approfondimento del tema all’attenzione dei magistrati che si stanno occupando di tale inchiesta.

Il Comitato ha inoltre presentato nell’autunno del 2019 un ricorso al Tar per chiedere l’annullamento degli atti che istituiscono ulteriori deroghe ai blocchi del traffico, legate all’età e all’ISEE, introdotte dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana e dal Comune di Torino. Tali deroghe vanno ad aggiungersi alla lunga lista di quelle già esistenti e riguardano una parte molto consistente della popolazione torinese, considerando che gli ultra settantenni sono circa 270.000 nell’area torinese, mentre le persone con ISEE inferiore a 14.000 euro potrebbero essere oltre 150.000.

A quanto risulta dagli atti a cui il Comitato Torino Respira ha avuto accesso questa decisione è stata presa dalla Regione in totale assenza di istruttoria tecnica, ovvero senza avere alcuna idea delle sue conseguenze sulla qualità dell’aria. Questo in un momento, il 9 agosto, nel quale i limiti di legge erano già stati superati per 49 giorni, contro i 35 previsti come limite annuale dalla legge. Trattasi di una chiara violazione del principio di precauzione, previsto sia dalla normativa italiana che da quella comunitaria

L’esposto

Ricorso TAR contro deroghe regionali

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