Intervento di Mezzalama al consiglio regionale aperto sulla crisi climatica

Pubblichiamo l’intervento integrale in consiglio regionale del nostro ex presidente Roberto Mezzalama sulla crisi climatica.


Voglio cominciare ricordando le parole del
Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterrez a proposito della crisi climatica ed ecologica:

Cari amici, sia chiaro: le attività umane sono alla base della nostra discesa verso il caos. Ma questo significa che l’azione umana può aiutare a risolverlo. Fare pace con la natura è il compito determinante del 21 ° secolo. Deve essere la massima, la massima priorità per tutti, ovunque. …”

Nonostante le parole che abbiamo sentito stamattina dal Presidente Cirio e dall’Assessore Marnati, fino ad oggi combattere la crisi climatica ed ecologica non è stata la massima priorità dell’amministrazione regionale. Anzi, esistono molti segnali per dire che si è finora operato ignorando la gravità della situazione.

Mancano dati affidabili sulle emissioni di gas climalteranti, che a seconda dei diversi documenti ufficiali prodotti dalla Regione variano da meno di28 a oltre 41 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno.


Con questa enorme incertezza è impossibile valutare la capacità del Piemonte di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni definiti dall’Unione Europea e qui citati più volte. E’ inaccettabile che a sette anni dalla firma dell’accordo di Parigi la Regione ancora non abbia un bilancio affidabile delle sue emissioni di carbonio. Ed è incredibile che sulla base di dati inaffidabili si facciano dichiarazioni roboanti sul presunto successo delle politiche regionali.

Il secondo punto riguarda la pianificazione e la programmazione e gli obiettivi di decarbonizzazione contenuti dei piani e programmi regionali. Se sono vere le stime di emissioni più alte che ho citato prima, da qui al 2030 occorre ridurle del 5% all’anno, e dal 2031 al 2050 di oltre il 7%, livelli che non sono mai stati raggiunti in Italia, l’ha ricordato la senatrice Tiraboschi.

Il Piano per la qualità dell’aria prevede una riduzione delle emissioni di CO2eq del 15% dal 2010 al 2030, mentre il Piano dei Trasporti prevede una riduzione del 60% nel 2050. Il Piano Energetico Ambientale contiene obiettivi insufficienti come ha ricordato il Prof Poggio, il Piano Territoriale non contiene obiettivi di riduzione, così come il programma di sviluppo rurale.

L’insieme di questi ed altri piani e programmi non definisce un quadro coerente con gli obiettivi indicati dall’Europa, ed è quindi indispensabile e urgente approvare in questa legislatura un Piano Regionale per il Clima.

In questo quadro è essenziale l’approvazione immediata della strategia regionale per i cambiamenti climatici, che inspiegabilmente è in preparazione dal 2017.

Quali sono gli ostacoli alla sua approvazione?

Il terzo punto riguarda la politica infrastrutturale ed i suoi effetti sul clima. Le opere che la Regione intende realizzare comprendono la ferrovia Torino Lione, la Ferrovia Terzo Valico, la Metropolitana di Torino, il raddoppio del tunnel del Tenda, il completamento della Asti-Cuneo, l’adeguamento della Torino-Milano e la Pedemontana Piemontese. Considerando che la sola costruzionedella Torino-Lione prevede l’emissione di oltre 12 Mt di CO2, è evidente che l’insieme di queste opere rischia di creare un ulteriore enorme quantitativo di emissioni di gas climalteranti.  Come pensa la Regione di compensare queste emissioni per poter raggiungere gli obiettivi richiesti dall’Europa?

Il quarto punto riguarda linsufficienza ed incoerenza di molte delle misure di finanziamento introdotte dalla Regione per ridurre le emissioni in atmosfera.

Ad esempio la Regione ha stanziatoquasi 9 M€ per la rottamazione di stufe e caldaie a biomassa, cifra che consente di sostituire meno dell’1% del totale regionale, ha investito quasi 7 M € per la rottamazione dei veicoli delle micro, piccole e medie imprese. Il cosiddetto “Move-IN”, costato alla Regione oltre 650.000 € ha permesso la circolazione di oltre 15.000 veicoli inquinanti per un totale di 95 M km. Per nessuna di queste decisioni è stato dichiarato un obiettivo di riduzione delle emissioni.

La Regione Piemonte ha in passato avuto un ruolo di pioniere nelle politiche ambientali a livello nazionale, dalla prima legge regionale sui parchi al primo regolamento sui siti contaminati. Quel ruolo ora sembra completamente perso, mentre sarebbe indispensabile per risollevare il Piemonte da quella spirale di declino che ne fa oggi la regione economicamente più debole del nord Italia.

Il futuro dei finanziamenti europei, ma anche dei finanziamenti privati è ormai chiaramente orientato alla decarbonizzazione, e la competizione tra le regioni europee avverrà sempre di più grazie alla bontà delle politiche di transizione ecologica. L’incapacità di prendere questa strada con decisione per ragioni ideologiche, per pavidità o per noncuranza rischia solo di far scivolare il Piemonte ancora più in basso nella spirale di crisi nella quale è caduto negli ultimi anni.

Inviterei tutti i consiglieri e le consigliere a smettere di fare appelli ai giovani, i giovani sanno bene qual è la situazione e hanno fatto le loro scelte. Tocca a voi assumervi le responsabilità necessarie di fronte alla comunità regionale.

Grazie

Roberto Mezzalama