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#sostienichiaraazioni legali

Storica vittoria per la giustizia climatica in Italia

La Corte di Cassazione dà ragione a Greenpeace Italia, ReCommon e altre 12 persone che hanno fatto causa a ENI.

Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con l’ordinanza dello scorso 21 luglio 2025 hanno respinto l’eccezione di difetto di giurisdizione proposta dai convenuti e , hanno stabilito che anche in Italia è finalmente possibile avviare cause per danni climatici avanti al Giudice ordinario nei confronti dello Stato (Ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti) e di grosse aziende dell’energia come Eni  – quali soggetti operanti direttamente o indirettamente nel settore della produzione e distribuzione dei combustibili fossili –  dando ragione a Greenpeace Italia, ReCommon e 12 persone che hanno intrapreso questa “Giusta Causa” già nel maggio 2023.

 Cosa cambia

I tribunali civili italiani, come quello di Roma in questo caso, hanno ora competenza per valutare l’inottemperanza dell’ENI, del Ministero e della Cassa DDPP al raggiungimento degli obiettivi climatici internazionalmente, i danni ambientali provocati da emissioni e le richiesta  risarcitorie derivanti – e potranno obbligare le aziende a ridurle per il bene delle persone e del pianeta.

 

Prossimo step
La causa tornerà al Tribunale di Roma, dove si entrerà nel vivo del merito.

 

Perché è importante

Questa sentenza contribuisce a rompere l’”immunità giudiziaria” delle multinazionali fossili nel nostro Paese, allineando l’Italia a Paesi europei più avanzati nel climate litigation. Ed è un passo importante per il riconoscimento dei diritti umani legati alla salute e alla vita, legati alla crisi climatica.

Questa sentenza dà ulteriore forza anche al lavoro del nostro Comitato che anche utilizzando lo strumento delle azioni legali si impegna per il riconoscimento del diritto a respirare aria pulita. È infatti in corso la fase istruttoria della “Causa di Chiara” l’azione legale civile contro la Regione Piemonte per il diritto a respirare aria pulita e sana, avanzata nel novembre 2022 da Chiara insieme al compagno per i danni da smog alla salute di suo figlio. Già in questo caso il Giudice ordinario ha respinto il tentativo della Amministrazione pubblica convenuta di sottrarre alla giustizia civile la valutazione della responsabilità per danni alla salute derivanti dalla violazione della normativa ambientale.