L’altro giorno è stata presentata la Relazione sullo stato dell’ambiente 2023 dell’ARPA Piemonte, un grande lavoro di analisi delle condizioni di molte componenti ambientali della nostra Regione. La relazione ovviamente riporta i dati del 2022, ma stranamente il Presidente Cirio e l’Assessore Marnati si sono concentrati sui dati dei pochi mesi del 2023, chiaramente perché sono quelli che fanno più comodo alla loro narrazione.
Così nei comunicati stampa regionali vengono enfatizzati i pochi dati sulla qualità dell’aria del 2023, che non fanno parte della relazione ARPA, e si tacciono i dati del 2022, che dovrebbero invece essere l’oggetto della presentazione. Se guardiamo i dati del 2022, il quadro roseo dipinto da Cirio e Marnati diventa decisamente più oscuro: vediamo alcuni esempi:
• il 45% dei piemontesi è esposto a valori di PM10 che superano i limiti di legge
• il 23,5% dei piemontesi è esposto a valori di PM2,5 che superano quelli raccomandati
• il 100% dei piemontesi è esposto a valori di Ozono che superano i limiti di legge
Ci chiediamo quindi: dov’è la buona notizia?
Il secondo punto di forza della narrazione di Cirio e Marnati riguarda le precipitazioni. “Grazie alle piogge di maggio è stato quasi interamente recuperato il deficit annuale – ha sottolineato Cirio – Tra gennaio e aprile eravamo la Regione più siccitosa d’Europa con -50% di precipitazioni, a maggio il deficit si è ridotto a -7% perché abbiamo avuto un +90% di piogge in questo mese rispetto alle medie di maggio dal 1991 a oggi.”
Consigliamo a Cirio di provare a digiunare per un anno e poi mangiarsi 30 chili di pasta in un mese, per vedere se l’effetto sia lo stesso che mangiarne 80 grammi al giorno. Pensare che le piogge eccessive di maggio abbiano rimesso a posto le cose è un modo infantile di rassicurare le persone rispetto alla gravità degli effetti del cambiamento climatico, rispetto al quale la Regione non sta facendo quasi nulla.